Tuesday, January 28, 2014

AZIONISMO VIENNESE

AZIONISMO VIENNESE

 
L’Azionismo viennese si caratterizza per un uso insistente di immagini e tematiche di matrice psicologistica, sado-masochistica e autolesionistica, ispirate da un diffuso atteggiamento dissacrante, a tratti profanatorio, nei confronti dei simboli religiosi, delle funzioni del corpo e delle pratiche sessuali. Questi elementi hanno portato, soprattutto nei primi anni di attività del gruppo, diverse denunce e condanne legali ai suoi componenti (addirittura, nel caso dell’artista Otto Mühl, vi è stata l’espulsione dall’Austria con un foglio di via permanente, il che lo porterà a fondare una comune in Portogallo). In sostanza, la pratica dell’Azionismo significa l’esperienza di un progressivo passaggio, da parte di alcuni pittori austriaci della stessa generazione, dal medium pittorico tradizionale rappresentato dalla tela, dai pennelli e dai colori, all’uso del proprio corpo e delle proprie azioni come elementi espressivi. Il colore si trasferisce dalla superficie della tela a quella del corpo umano, e viene in seguito ad essere sostituito dal sangue o altri fluidi corporali, da cibi o da viscere di animali, in azioni che invadono lo spazio circostante, a volte scomposte e imprevedibili, a volte progettate nei dettagli. Tali azioni possono sconfinare, come nel caso di Hermann Nitsch, nella messa in scena di riti parareligiosi a scopo terapeutico e catartico (con riferimenti alla liturgia cristiana e alla tragedia greca classica) che durano giornate intere e a cui partecipano numerose persone, inglobando sensazioni sia erotiche che di disgusto senza soluzione di continuità (Nitsch definisce il suo operato Orgien-Mysterien Theater – Teatro delle Orge e dei Misteri).
L’Azionismo viennese non si definisce in base a un "manifesto" specifico che ne descriva i presupposti stilistici, semmai tramite i molti testi e dichiarazioni individuali dei suoi componenti. Attraverso azioni individuali e collettive, foto, pitture, disegni, film, testi critici e poetici, i suoi principali rappresentanti – gli artisti Günther Brus (Ardning, 27 settembre 1938), Otto Mühl (Grodnau, 16 giugno 1925), Hermann Nitsch (Vienna, 29 agosto 1938) e Rudolf Schwarzkogler (Vienna, 13 novembre 1940 – 20 giugno 1969) – hanno inteso reagire in modo drastico a un certo accademismo, arretratezza e chiusura mentale della cultura austriaca ufficiale del dopoguerra. Nella loro formazione artistica non è comunque esente un influsso della tradizione pittorica e teatrale dell’Espressionismo austriaco (Egon Schiele, Oskar Kokoschka, Richard Gerlst, Arnold Schoenberg), della psicoanalisi (Sigmund Freud, Carl Gustav Jung) e in generale del Simbolismo e del Decadentismo mitteleuropeo (Gustav Klimt, Alfred Kubin). Nel gruppo storico degli Azionisti si può collocare anche il più appartato Arnulf Rainer (Baden, 8 dicembre 1929), artista attivo dagli anni ’50, il quale, attraverso autorappresentazioni fotografiche con interventi di pittura gestuale, ha sviluppato tra gli anni ’60 e ’70 un lavoro sul corpo non distante dal clima "psichiatrico" degli altri componenti del gruppo. Dal punto di vista teorico-critico, il lavoro degli Azionisti viennesi è stato seguito in modo particolare da alcuni critici d’arte come Arnulf Meifert e Peter Weiermaier. Per via del suo carattere estremo, alcuni artisti del gruppo non sono più attivi nell’ambito dell’Azionismo: Schwarzkogler è morto suicida nel 1969; Brus, dopo la sua ultima azione Zerreissprobe, dal 1970 prosegue con successo la sua attività nel campo dei Bild-Dichtungen (poesie da lui scritte e illustrate). Tutti i componenti dell’Azionismo viennese hanno avuto, nel corso degli anni e fino al giorno d’oggi, riconoscimenti ed esposizioni in diverse gallerie e musei di rilevanza internazionale. (fonte Wipedia)
 

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