Photographer Rene Rodriguez ~Redshark~
Ebro and Art è il blog di arte sperimentale, creato e gestito dal video artista Andrea “Ebro” Barbarossa. Dalle avanguardie storiche alla digital art. Immagini, video, sonorità, per fissare lo sguardo verso gli sconfinati dinamismi di forme creative e di espressioni estetiche con lo scopo di sollecitare l’interesse nei confronti di tutto quello che è ed è stata la ricerca artistica sperimentale d’avanguardia. by Ebro_official
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Friday, January 31, 2014
Thursday, January 30, 2014
ART PARIS ART FAIR
ART PARIS ART FAIR
MODERN + CONTEMPORARY ART+ DESIGN
From 27th to 30th March 2014, some 140 international galleries will come together at the Grand Palais in Paris to present a wide-ranging panorama of modern and contemporary art, including photography, design and art publications. For the 2014 edition, the fair has invited China as guest of honour. With some 90 Chinese artists represented, Art Paris Art Fair turns the spotlight on what is a rich and dynamic art scene. Different generations of artists will be shown by ten galleries that are coming from Beijing, Shanghai and Hong Kong, as well as 20 or so Western
http://www.artparis.fr/en/edition
Labels:
info events
Location:
Parigi, Francia
Wednesday, January 29, 2014
Consigliato per voi ........ Il primo testo ad essere generalmente citato nella letteratura sperimentale
Consigliato per voi ........ il primo testo ad essere generalmente citato nella letteratura sperimentale
"Sterne
La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo"
Tristram Shandy nasce “nella notte tra la prima domenica e il primo lunedì del mese di marzo nell’anno del Signore mille settecento diciotto”. Ancor prima di venire al mondo crea già contrasti tra il padre Walter, un oculato mercante, colto, interessato alla filosofia, e la moglie Elisabetta Mollineux. Quest’ultima vorrebbe partorire a Londra, mentre il marito è deciso che la nascita deve avvenire nella sua tenuta di Shandy-Hall. Non solo, Elisabetta rifiuta di essere assistita nel parto da un medico ostetrico (che costerà comunque al povero Walter, per il suo non fare nulla, cinque ghinee e una bottiglia di vino), mentre pretende e ottiene di essere aiutata dalla vecchia levatrice del villaggio, la cui esperienza è più costruita sulla fortuna che non sull’abilità. La famiglia di Tristram è molto originale, specie il padre che affronta con metodo ogni situazione: ad esempio consuma i rapporti sessuali con la consorte ogni prima domenica del mese, dopo aver rigorosamente caricato la pendola. Si considera inoltre un “oratore nato”, perciò si sente in diritto di dissertare su qualsiasi argomento, la maggior parte dei quali inconsueti e strani, come l’influsso magico dei nomi o le fattezze dei nasi. Pure il fratello di Walter, lo zio Tobia, è piuttosto strano. È un uomo d’onore, retto, dotato di una qualità impareggiabile: la pudicizia. Tale dote è nata in lui durante l’assedio di Namur, quando una pietra lo ha colpito all’inguine. Da ex ufficiale dell’esercito passa il tempo a studiare mappe di cittadelle e fortificazioni e a leggere trattati di architettura militare. Attorno a Tristram ruotano altri personaggi bizzarri, chiusi nelle proprie manie e mediocrità: l’ingenuo parroco Yorick, il caporale Tim, la vedova Wadman, che vorrebbe sposare Tobia ma ha forti dubbi sulla sua virilità…
I primi due volumi - dei nove che lo compongono - de La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo escono nel 1760, ottenendo un clamoroso successo di pubblico. La letteratura inglese in questi anni conosce una vera fioritura, con scrittori come Defoe, Fielding, Richardson, che rinnovano gli schemi narrativi. Ma Laurence Sterne, rispetto loro, si presenta come qualcosa d’altro, al punto che in seguito si parlerà di “effetto Sterne”. L’autore irlandese opera una rivoluzione copernicana delle forme letterarie. Attua una destrutturazione del romanzo, smontandone i pezzi per rimontarli in modo straniante ed eterodosso, infrangendo i dogmi tradizionali della narrazione cronologica, dell’oggettività e della consequenzialità temporale. La scrittura di Sterne è sovversiva rispetto ai canoni riconosciuti, essa anticipa il futuro discorso critico della metanarrativa. L’assenza di un’autentica trama e del classico modello eroe-antagonista, l’impiego della prima persona, la presenza di personaggi senza qualità, se non la stranezza e l’originalità, sono espedienti letterari che consentono a Sterne di trattare ciò che gli sta più a cuore: la forma del romanzo. Rivolgendosi direttamente al lettore, parla dell’arte dello scrivere, di come le parole riflettano il mondo, delle capacità combinatorie delle strutture letterarie, creando teorie estetiche che sono agli antipodi di quelle professate dai letterari suoi contemporanei. L’uso della digressione, della frantumazione temporale di derivazione lockiana (una sorta di tempo misto coscienziale, caratterizzato da continui salti dal presente al passato e viceversa) dell’interruzione del nucleo narrativo che viene ripreso più tardi, mostra chiaramente come Sterne voglia analizzare i moduli della scrittura, sperimentandone le infinite potenzialità. Un modo innovativo e deformante di fare letteratura, nel quale il dettaglio ha la meglio sull’architettura di ampio respiro, che ha aperto la strada al romanzo moderno, influenzando tutta una generazione di scrittori posteriori, a partire da Joyce e Beckett. (Orazio Paggi)
I primi due volumi - dei nove che lo compongono - de La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo escono nel 1760, ottenendo un clamoroso successo di pubblico. La letteratura inglese in questi anni conosce una vera fioritura, con scrittori come Defoe, Fielding, Richardson, che rinnovano gli schemi narrativi. Ma Laurence Sterne, rispetto loro, si presenta come qualcosa d’altro, al punto che in seguito si parlerà di “effetto Sterne”. L’autore irlandese opera una rivoluzione copernicana delle forme letterarie. Attua una destrutturazione del romanzo, smontandone i pezzi per rimontarli in modo straniante ed eterodosso, infrangendo i dogmi tradizionali della narrazione cronologica, dell’oggettività e della consequenzialità temporale. La scrittura di Sterne è sovversiva rispetto ai canoni riconosciuti, essa anticipa il futuro discorso critico della metanarrativa. L’assenza di un’autentica trama e del classico modello eroe-antagonista, l’impiego della prima persona, la presenza di personaggi senza qualità, se non la stranezza e l’originalità, sono espedienti letterari che consentono a Sterne di trattare ciò che gli sta più a cuore: la forma del romanzo. Rivolgendosi direttamente al lettore, parla dell’arte dello scrivere, di come le parole riflettano il mondo, delle capacità combinatorie delle strutture letterarie, creando teorie estetiche che sono agli antipodi di quelle professate dai letterari suoi contemporanei. L’uso della digressione, della frantumazione temporale di derivazione lockiana (una sorta di tempo misto coscienziale, caratterizzato da continui salti dal presente al passato e viceversa) dell’interruzione del nucleo narrativo che viene ripreso più tardi, mostra chiaramente come Sterne voglia analizzare i moduli della scrittura, sperimentandone le infinite potenzialità. Un modo innovativo e deformante di fare letteratura, nel quale il dettaglio ha la meglio sull’architettura di ampio respiro, che ha aperto la strada al romanzo moderno, influenzando tutta una generazione di scrittori posteriori, a partire da Joyce e Beckett. (Orazio Paggi)
..... pensieri e parole ..... thoughts and words !!!
"Vi sono due maniere di odiare l' arte,
l' una è di odiarla,
l' altra è di amarla con moderazione."
(Oscar Wilde)
"There are two ways to hate the art
is one of hate,
the' other is to love it in moderation."
(Oscar Wilde)
l' una è di odiarla,
l' altra è di amarla con moderazione."
(Oscar Wilde)
"There are two ways to hate the art
is one of hate,
the' other is to love it in moderation."
(Oscar Wilde)
Tuesday, January 28, 2014
Ecco le mostre da non perdere ..... appuntamenti a Milano, Firenze, Roma, Vienna a Winterthur
Ecco le mostre da non perdere ..... appuntamenti a Milano, Firenze, Roma, Vienna a Winterthur
A MILANO
1. fino al 2 febbraio Quarant'anni d'arte contemporanea. Massimo Minini 1973-2013,
La Galleria Massimo Minini compie 40 anni. E per festeggiare il compleanno sceglie una location d'eccezione: la Triennale, trasformata per l'occasione in una versione maxi della storica sede bresciana. In scena, un compendio di storia dell'arte: si parte dagli anni 70 e 80 coi lavori di Kapoor e Ontani, si percorrono i 90's con Cattelan e Buren, fino ad arrivare ai giorni nostri con Sehgal, Halley e Ghirri. Let's party!
2. fino al 31 gennaio
Marcus Jansen,
Forza creativa, mistero e colore. Ecco i segni particolari di Marcus Jansen, artista Usa specializzato nel ritrarre metropoli costellate da giocattoli, finestre sbarrate e detriti industriali. 46 anni, nei suoi lavori fa convivere Titanic e Arca di Noè, Mago di Oz e Saddam. La Rizzi & Ritter celebra il suo mondo cupo ed enigmatico con 20 tele.
3. fino all'1 febbraio
I'm ok, Galleria Colombo,
Sono fratelli, lavorano in simbiosi e creano opere che assemblano arte, fumetti, psichedelia, punk e skate. Si chiamano Clayton Brothers e sono una delle voci più irriverenti del Lowbrow Art (movimento californiano degli anni 70). La loro galassia sbarca alla galleria Colombo con I'm Ok. Obiettivo: esortare i visitatori a riflettere sulla domanda «Come stai?».
A FIRENZE
fino all'8 febbraioCosmogonia,
Più che un artista, un santone della Transavanguardia. Venerato da galleristi e vip, Enzo Cucchi ha rivisitato il quotidiano attraverso scultura, pittura e filosofia. Da Poggiali e Forconi presenta Cosmogonia, tour inedito dedicato allo spazio. L'opera top? Tre mega-arazzi di lino su cui compaiono tasche, ricami e inserti di tessuto. «Così - dice l'artista marchigiano - racconto il mistero della creazione».
A ROMA
fino al 4 maggio
Le vie del sacro, La Pelanda,
È possibile girare il mondo standosene in uno spazio circoscritto? Risposta: sì. L'incantesimo è opera del fotografo jap Kazuyoshi Nomachi che, attraverso la mostra Le vie del sacro al centro di produzione culturale La Pelanda, accompagna lo spettatore dalle Ande al Sahara, dal Nilo ai ghiacciai ugandesi. Leit motiv delle 200 immagini, raccolte in 40 anni di girovagare, è la sacralità dell'esistenza quotidiana, «quella spiritualità - spiega il fotoreporter - che dà ritmo e senso anche alle condizioni di vita più dure».
A VIENNA
fino al 2 febbraio
In Radiance and Colour,«Avanti pittore, dipingi!». Così Emil Nolde si dava coraggio prima di iniziare a lavorare. Autodidatta, è stato anche falegname, intagliatore, illustratore, insegnante. Amava l'arte egizia, i fiori e la sua terra natale (si chiamava Emil Hansen ma cambiò il nome con quello della città in cui era nato, Nolde). Uomo tormentato, sempre in preda alla depressione, era ossessionato dai colori («non mi obbediscono», diceva). Eppure grazie a nuance e sfumature Emil è diventato un big del '900. Il Belvedere gli dedica In Radiance and Colour: 50 acquarelli dove si ammirano alcune fra le tonalità più struggenti della storia dell'arte.
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A WINTERTHUR
fino al 16 febbraio
Autotograph,
Spazia dal realismo alle esplorazioni più estreme con estrema nonchalance, lasciando sempre il suo inconfondibile trademark. «I miei maestri - spiega - sono Paul Strand e Moholy-Nagy» (come dire l’uno e il suo esatto opposto). Lui è James Welling, fotografo Usa, amatissimo da critici, collezionisti e colleghi. Al Fotomuseum presenta Autotograph, maxiesibizione dove espone i suoi lavori più sperimentali: formazioni di cristalli, studi al microscopio, vegetali solarizzati e dettagli di paesaggi lunari. Per scoprire (e superare) i confini dell’immagine moderna.
"The Visual Tower (La Tour Visuelle)" by Marcel Broodthaers, 1966
"The Visual Tower (La Tour Visuelle)" by Marcel Broodthaers, 1966
Joseph Beuys
Wie man dem toten Hasen die Bilder erklärt - Joseph Beuys (come spiegare la pittura ad una lepre morta)
è una scultura vivente, e uno dei più emblematici esempi delle performance he lo vedono quasi sempre come protagonista. Spiegare l’arte ad una lepre morta è impossibile, ma è la condizione in cui l’uomo potrebbe trovarsi in un prossimo futuro.
"Spiegavo a lei perché non mi piace affatto doverli spiegare alla gente... una lepre capisce molto più di tanti esseri umani, con il loro stupido razionalismo.. le ho detto che doveva solo dare una rapida occhiata a un'immagine per capirne l'importanza" J.Beuys
Christian Rex van Minnen Grotesque Portraits of Aristocrats from Another Dimension
Christian Rex van Minnen Grotesque Portraits of Aristocrats from Another Dimension
AZIONISMO VIENNESE
L’Azionismo viennese si caratterizza per un uso insistente di immagini e tematiche di matrice psicologistica, sado-masochistica e autolesionistica, ispirate da un diffuso atteggiamento dissacrante, a tratti profanatorio, nei confronti dei simboli religiosi, delle funzioni del corpo e delle pratiche sessuali. Questi elementi hanno portato, soprattutto nei primi anni di attività del gruppo, diverse denunce e condanne legali ai suoi componenti (addirittura, nel caso dell’artista Otto Mühl, vi è stata l’espulsione dall’Austria con un foglio di via permanente, il che lo porterà a fondare una comune in Portogallo). In sostanza, la pratica dell’Azionismo significa l’esperienza di un progressivo passaggio, da parte di alcuni pittori austriaci della stessa generazione, dal medium pittorico tradizionale rappresentato dalla tela, dai pennelli e dai colori, all’uso del proprio corpo e delle proprie azioni come elementi espressivi. Il colore si trasferisce dalla superficie della tela a quella del corpo umano, e viene in seguito ad essere sostituito dal sangue o altri fluidi corporali, da cibi o da viscere di animali, in azioni che invadono lo spazio circostante, a volte scomposte e imprevedibili, a volte progettate nei dettagli. Tali azioni possono sconfinare, come nel caso di Hermann Nitsch, nella messa in scena di riti parareligiosi a scopo terapeutico e catartico (con riferimenti alla liturgia cristiana e alla tragedia greca classica) che durano giornate intere e a cui partecipano numerose persone, inglobando sensazioni sia erotiche che di disgusto senza soluzione di continuità (Nitsch definisce il suo operato Orgien-Mysterien Theater – Teatro delle Orge e dei Misteri).
L’Azionismo viennese non si definisce in base a un "manifesto" specifico che ne descriva i presupposti stilistici, semmai tramite i molti testi e dichiarazioni individuali dei suoi componenti. Attraverso azioni individuali e collettive, foto, pitture, disegni, film, testi critici e poetici, i suoi principali rappresentanti – gli artisti Günther Brus (Ardning, 27 settembre 1938), Otto Mühl (Grodnau, 16 giugno 1925), Hermann Nitsch (Vienna, 29 agosto 1938) e Rudolf Schwarzkogler (Vienna, 13 novembre 1940 – 20 giugno 1969) – hanno inteso reagire in modo drastico a un certo accademismo, arretratezza e chiusura mentale della cultura austriaca ufficiale del dopoguerra. Nella loro formazione artistica non è comunque esente un influsso della tradizione pittorica e teatrale dell’Espressionismo austriaco (Egon Schiele, Oskar Kokoschka, Richard Gerlst, Arnold Schoenberg), della psicoanalisi (Sigmund Freud, Carl Gustav Jung) e in generale del Simbolismo e del Decadentismo mitteleuropeo (Gustav Klimt, Alfred Kubin). Nel gruppo storico degli Azionisti si può collocare anche il più appartato Arnulf Rainer (Baden, 8 dicembre 1929), artista attivo dagli anni ’50, il quale, attraverso autorappresentazioni fotografiche con interventi di pittura gestuale, ha sviluppato tra gli anni ’60 e ’70 un lavoro sul corpo non distante dal clima "psichiatrico" degli altri componenti del gruppo. Dal punto di vista teorico-critico, il lavoro degli Azionisti viennesi è stato seguito in modo particolare da alcuni critici d’arte come Arnulf Meifert e Peter Weiermaier. Per via del suo carattere estremo, alcuni artisti del gruppo non sono più attivi nell’ambito dell’Azionismo: Schwarzkogler è morto suicida nel 1969; Brus, dopo la sua ultima azione Zerreissprobe, dal 1970 prosegue con successo la sua attività nel campo dei Bild-Dichtungen (poesie da lui scritte e illustrate). Tutti i componenti dell’Azionismo viennese hanno avuto, nel corso degli anni e fino al giorno d’oggi, riconoscimenti ed esposizioni in diverse gallerie e musei di rilevanza internazionale. (fonte Wipedia)Films of the Vienna Actionists (1957-1995)
Films of the Vienna Actionists (1957-1995)
Films of the Vienna Actionists (1957-1995)
UbuWeb presenta 35 film degli Azionisti viennesi (Wiener Aktionismus). Il termine descrive un piccolo e violento movimento artistico che nel corso del 20esimo secolo ha agito con lo scopo di sviluppare l’ "action art" (attraverso performance, body art, happening ecc.). I principali esponenti dell’azionismo viennese furono Günter Brus, Otto Mühl, Hermann Nitsch e Rudolf Schwarzkogler. Gli "azionisti" sono stati attivi fra il 1960 ed il 1971. Molti hanno proseguito indipendentemente fino alla fine degli anni ’70. Nella selezione sono presenti film di Otto Mühl, Kurt Kren, Hermann Nitsch e Otmar Baue. Sempre su UbuWeb, nella sezione sound, è possibile ascoltare i soundworks e le interviste di Otto Mühl e Hermann Nitsch.
Films of the Vienna Actionists (1957-1995)
Otto Muehl (b. 1925)
UbuWeb presenta 35 film degli Azionisti viennesi (Wiener Aktionismus). Il termine descrive un piccolo e violento movimento artistico che nel corso del 20esimo secolo ha agito con lo scopo di sviluppare l’ "action art" (attraverso performance, body art, happening ecc.). I principali esponenti dell’azionismo viennese furono Günter Brus, Otto Mühl, Hermann Nitsch e Rudolf Schwarzkogler. Gli "azionisti" sono stati attivi fra il 1960 ed il 1971. Molti hanno proseguito indipendentemente fino alla fine degli anni ’70. Nella selezione sono presenti film di Otto Mühl, Kurt Kren, Hermann Nitsch e Otmar Baue. Sempre su UbuWeb, nella sezione sound, è possibile ascoltare i soundworks e le interviste di Otto Mühl e Hermann Nitsch.
Otto Muehl (b. 1925)
Wehrertüchtigung (1967)
Psycho-Motorische Geräuschaktion (1967)
Kardinal (1967)
Satisfaction (1968)
Stille Nacht (1969)
Scheißkerl (1969)
Sodoma (1969)
Manopsychotisches Ballett Part 1 (1970)
Manopsychotisches Ballett Part 2 (1970)
Investmentfonds (1970)
Psychotic Party (1970)
Oh Sensibility (1970)
Der Geile Wotan (1970)
Therese Schulmeister & Otto Muehl – Friedrichshofer Kinderfilme (1985-1987)
Unknown Title (unknown date)
Kurt Kren (1929-1998)
1/57 Versuch mit synthetischem Ton (Test) (Experiment with Synthetic Sound (Test) (1957)
3/60 Baume im Herbst (360 Trees in Autumn) (1960)
5/62 Fenstergucker, Abfall, etc. (562 People Looking Out of the Window, Trash, etc.) (1962)
6/64 Mama und Papa (Materialaktion Otto Mühl) (664 Mom and Dad (An Otto Mühl Happening) (1964)
7/64 Leda mit dem Schwan (764 Leda and the Swan) (1964)
8/64 Ana – Aktion Brus (864 Ana Action Brus) (1964)
10/65 Selbstverstümmelung (1065 Self-Mutilation) (1965)
10b/65 Silber – Aktion Brus (Silver Action Brus) (1965)
12/66 Cosinus Alpha (1966)
13/67 Sinus Beta (1967)
16/67 20. September (1967)
20/68 Schatzi (1968)
28/73 Zeitaufnahme(n) (Time Exposure) (1973)
31/75 Asyl (3175 Asylum) (1975)
36/78 Rischart (1978)
37/78 Tree Again (1978)
38/79 Sentimental Punk (1979)
49/95 Tausendjahrekino (Thousand-Years-Cinema) (1995)
Hermann Nitsch (b. 1938)
Otmar Bauer (1945-2004)
Rudolf Schwarzkogler - l’Azionismo viennese
Rudolf Schwarzkogler - l’Azionismo viennese
Rudolf Schwarzkogler - Anno di nascita: 1940 - Nazionalità: austriaca
È stato uno dei più controversi e complessi portavoce del Wiener Aktionismus, un movimento artistico e politico, ricordato nel più ampio campo della Body Art, che, tra gli anni sessanta e i settanta, lavora intorno al corpo come oggetto della repressione sociale e che annovera tra i suoi protagonisti Hermann Nitsch, Günter Brus, Otto Mühl e Arnulf Rainer.
L'Azionismo Viennese, che nasce in braccio all'Espressionismo Austriaco, ad Egon Schiele, alla filosofia di Ludwig Wittgenstein, alla rivoluzione di Sigmund Freud, non risultò essere un vero e proprio movimento, in quanto privo di un manifesto e di poetica omogenea e unitaria, nonostante ciò si mostrò come un punto di incontro necessario, tra individui dal bisogno di espressione del disagio e della metastasi esistenziale.
Schwarzkogler fa del suo corpo il materiale essenziale della sua arte performativa, lo rende messa in forma sensibile di tutta la crudeltà e la repressione, la mortificazione e il dolore infusi dal soffocamento dello stato capitalista, borghese e perbenista. Fondamentalmente, le azioni di Schwarzkogler, come quelle degli altri azionisti, hanno una connotazione fortemente politica, nonostante esse si svolgano, per volontà stessa dell'artista, in privato, laddove un fotografo documenta lo svolgimento delle azioni. Le uniche testimonianze delle azioni di Schwarzkogler, pertanto, rimangono queste fotografie, decisamente riduttive rispetto alle vere e proprie azioni, ma non per questo meno abbacinanti. Il materiale con il quale martirizza il suo corpo è materiale angosciante, che evoca dimensioni frustranti e asfissianti. Si benda con garza bianca, si mutila, simula processi di autocastrazione, coinvolge spesso materiali chirurgici come attrezzi o lettino da operazioni, tubi di gomma trasparente e alambicchi, fili elettrici, ma anche pesci bendati sul suo corpo, tamponi in gola, ferite sanguinanti, teste bendate e sassi, tubicini e lamette da barba. L'ambiente è rigorosamente sterile e bianco, per osannare il rosso del sangue, per ricordare l'asetticità e l'anonimato in cui l'essere umano è piombato, dal quale, per riemergere appena, l'uomo (e la donna, ricordiamo Gina Pane, Marina Abramovic, ORLAN) è costretto a mostrare l'interno di un corpo, con il suo rosso pulsare.
Schwarzkogler muore suicida nel 1969. La leggenda lo vuole suicidatosi in pubblico a seguito di una prova di castrazione, o ancora, toltosi la vita strappandosi la pelle lembo dopo lembo. In realtà Rudolf Schwarzkogler muore suicida, gettandosi, o cadendo, dalla finestra della sua camera da letto
Hermann Nitsch - l’Azionismo viennese
Hermann Nitsch - l’Azionismo viennese
Hermann Nitsch - Anno di Nascita: 1938 - Nazionalità: austriaca
Nato a Vienna Hermann Nitsch si diploma come grafico pubblicitario e lavora dapprima al Technisches Museum (Museo della Tecnica) a Vienna. Pochi anni dopo nascono le sue prime idee sull’azione pittorica e sull Orgien-Mysterien-Theater (il Teatro delle Orge e dei Misteri), che lo seguiranno come filo conduttore per il resto del suo sviluppo artistico.
Nel 1961 nascono i primi Schüttbilder (opere create gettando colore e sangue sulla tela; fra l’altro una tecnica molto amata dagli azionisti viennesi) e Nitsch partecipa a diverse azioni e mostre a Vienna, che lo porteranno a tre arresti e diversi processi. Verso la metà degli anni sessanta, inizia a formare assieme ad altri artisti come Günter Brus, Otto Mühl e Rudolf Schwarzkogler quel movimento che sarebbe stato poi famoso come Azionismo Viennese, esportando questa forma artistica anche in diverse città nordeuropee e negli Stati Uniti.
Nel 1968, a causa di vicende giudiziarie, è costretto a trasferirsi in Germania, e ritorna in Austria appena nel 1971, con l’acquisto, a sud di Vienna, del castello di Prinzendorf, dove terrà da quel momento in poi tutte le sue azioni, e in particolare l’”Orgien-und-Mysterien-Spiel”.
Tra le sue opere più importanti contano "6-Tage-Spiel" (rito delle sei giornate) nell’estate del 1988 con la regia di Alfred Gulden e la sua 120. azione sotto forma di "2-Tage-Spiel" (rito delle due giornate) nel 2004. Nitsch ha partecipato come artista a Documenta 5 nel 1972 e a Documenta 7 a Kassel nel 1982
L’arte di Hermann Nitsch è fortemente influenzata dalla sua ammirazione per autori e artisti come de Sade, Friedrich Nietzsche, Sigmund Freud e Antonin Artaud. Nel suo manifesto puntualizza come le sue azioni debbano suscitare nello spettatore disgusto e ribrezzo, per innescare una controreazione di catarsi e purificazione.
L’opera di Hermann Nitsch trova la sua massima espressione nel Teatro delle Orge e dei Misteri, opera d’arte totale che si riferisce, come già lo suggerisce il nome, alle orge dionisiache dell’antichità e alla tradizione teatrale medievale del Teatro dei misteri. Infatti, il Teatro delle Orge e Misteri ha una forte valenza rituale e sacra.
Nitsch cerca di insinuarsi nel subconscio del singolo colpendolo con immagini di animali sanguinanti e sacrificati in croce, ebbrezza, nudità e sangue. In questi giochi rituali, che durano diversi giorni, si incitano gruppi di persone a squartare bestie da soma, a tirarne fuori le viscere e a calpestarle, a imbrattare di sangue delle persone crocifisse e a unirsi in un rito collettivo di frenesia, basato su riti liturgici e sacri.
Questi gesti portano il singolo ad entrare in contatto con il proprio essere animale più profondo e istintivo, e quindi a toccare gli ambiti più bui e nascosti del proprio essere, che sono normalmente repressi dalla società umana. I partecipanti all’opera di Nitsch vengono costretti a vivere con una presa di coscienza questa totale disinibizione degli impulsi animali, e con questo anche la nostra innata potenzialità e tendenza alla violenza e alla distruzione. La decadenza radicale verso la sensualità ha come risultato una reazione catartica e purificatoria, e quindi l’ascesa alla spiritualità.
Otto Mühl - l’Azionismo viennese
Otto Mühl - l’Azionismo viennese
Otto Mühl - Anno di nascita: 1925 - Nazionalità: austriaca
Molto importante è stata la sua partecipazione all'Azionismo viennese, di cui è stato co-fondatore. In principio realizza collage e sculture costruite con scarti, poi inizia a dedicarsi a performance più elaborate per cercare di superare i tabù imposti dalla società. Tra le sue azioni, ricordiamo "Piss Action" e "Lezioni di Ginnastica sul Cibo". Nel 1972 fonda una comunità a Friedrichshof, che, ispirandosi al pensiero psicanalitico di Wilhelm Reich, propone i valori hippy degli anni 60, quali l'amore libero e la proprietà collettiva, e che viene chiusa nel 1990.
Gunter Brus - l’Azionismo viennese
Gunter Brus - l’Azionismo viennese
Gunter Brus - Anno di nascita: 1938 - Nazionalità: austriaca
Gunter Brus ha studiato alla Scuola di arti e mestieri di Graz e all’Accademia di Arti applicate di Vienna. La sua prima esposizione è stata alla galleria Junge Generation di Vienna.
Gunter Brus è un artista che fa pittura e illustrazione. Nel 1965 ha fondato l’Azionismo viennese con Hermann Nitsch, Otto Muehl e Rudolf Schwarzkogler.
La sua arte si centra sull’esplorazione della corporeità, con la percezione che è sottoposta a test estremi. In alcune sue performance teatrali ci sono state situazioni di auto-mutilazione. Per questo Gunter Brus è stato denunciato e condannato. Egli ha lasciato l’Austria anche per questo ed è andato a vivere a Berlino. Poi è andato a Graz dove ora vive e lavora.
Le opere di Gunter Brus sono esposte in molte mostre internazionali. L’artista ha fatto molte eprsonali in tutta Europa ed ha partecipato a Documenta V, VII di Kassel, alla Biennale di Venezia e alla Biennale di Sydney. I suoi lavori contemporanei si centrano soprattutto sulla pittura e sul disegno.
Gunter Brus è un performer, un body artist e un intellettuale. Il suo mercato è vivo in Europa e negli Stati Uniti e gli scambi sono vivaci soprattutto in Austria e in Germania
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