Friday, February 21, 2014

British Museum, Contemporary Sculpture in an Historical Context

October, 2008
British Museum - London



Contemporary Sculpture in an Historical Context -- http://www.arttattler.com/archivecontemporarysculptors.html

The British Museum
Great Russell Street
+ 44 (0)20 7323 8000
London

Dongwook Lee




Dongwook Lee

Leonardo, Raffaello e Caravaggio. 117 capolavori riuniti in una mostra

Convento di San Domenico Maggiore di Napoli
Leonardo, Raffaello e Caravaggio. 117 capolavori riuniti in una mostra
fino al 21 Apr. 2014


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Renato Parascandolo ha avuto l’idea di riprodurre in alta definizione e in scala 1:1 capolavori della storia dell’arte italiana. Un’avventura avvincente avviata una diecina di anni fa, grazie al supporto del Ministero per i beni e le attività culturali e la Rai. Fin...o al 21 aprile i visitatori del convento San Domenico Maggiore a Napoli possono ammirare i capolavori realizzati dai tre grandi maestri del rinascimento, in un percorso rigorosamente cronologico, opere che non hanno mai potuto vedere tutte insieme in un’unica ma “impossibile” mostra.

Melvin Sokolsky




Melvin Sokolsky, "Bubble”, 1963

Erik Johansson




Erik Johansson

L’Italia e la rinuncia al contemporaneo.

L’Italia e la rinuncia al contemporaneo.



“Ormai è palese che l’Italia rinuncia al contemporaneo, alla sperimentazione e alla ricerca. Unica nazione che non sembra interessata al proprio presente e di conseguenza a immaginare un futuro che non sia un miope domani”. Parola di Marco Bazzini, direttore uscente del Centro Pecci di Prato. E se lo dice lui…
http://www.artribune.com/2014/02/litalia-e-la-rinuncia-al-contemporaneo-lo-jaccuse-di-marco-bazzini/

Italian Futurism, 1909–1944: Reconstructing the Universe

February 21–September 1, 2014



"Italian Futurism, 1909–1944: Reconstructing the Universe" opens this Friday at the Guggenheim. Follow @Guggenheim on Twitter tomorrow at 10 am EST for live coverage and a sneak peek from our media preview http://gu.gg/tNHGe

Sarah Moon, ABOUT COLOR

Feb 20, 2014 — Apr 05, 2014
Read more at http://www.parisphoto.com/agenda/sarah-moon#gJf13XA7eBIUpsjg.99
Feb 20, 2014 — Apr 05, 2014
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Feb 20, 2014 — Apr 05, 2014
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Feb 20, 2014 — Apr 05, 2014
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London
20 feb. - 5 apr., 2014


Sarah Moon, ABOUT COLOR
http://po.st/hopmoon

Ivonne Thein




Ivonne Thein

Marinetti e il "manifesto del Futurismo"

Marinetti e il "manifesto del Futurismo"



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Filippo Tommaso Marinetti pubblica sul quotidiano parigino “Le Figaro” il “Manifesto del Futurismo”. Sull’onda della rivoluzione tecnologica di inizio Novecento, Marinetti professa la fede incrollabile dei futuristi nel progresso ed esalta la velocità, il dinamismo, la macchina, l’industria, persino la guerra, considerata come “igiene del mondo”. I toni aggressivi dell’articolo sembrano preludere a certi aspetti tipici del movimento fascista, in cui Marinetti farà confluire, nel 1919, il suo Partito Politico Futurista. Il movimento futurista conoscerà declinazioni significative sia nella letteratura (con lo stesso Marinetti, Palazzeschi e Govoni) sia nella pittura, con artisti come Boccioni, Carrà e Balla, firmatari nel 1910 del Manifesto tecnico della Pittura Futurista. 

Nietzsche

"Bisogna avere il caos dentro di sé
per generare una stella danzante"
(Nietzsche)

Mary Garden



Mary Garden, 1908

Tomek Setowski




Tomek Setowski

Oscar Wilde




"After the first glass of absinthe you see things as you wish they were. After the second you see them as they are not. Finally you see things as they really are, and that is the most horrible thing in the world."
(Oscar Wilde)

Ishirō Honda - Godzilla



Nel 1954 usciva il capolavoro del regista giapponese Ishirō Honda sul famoso mostro giapponese Godzilla, uno dei più celebri della storia del cinema di fantascienza.

Fedeltà / tradimento

Fedeltà/tradimento
Bologna fino al 29 marzo



A Bologna in questi giorni si parla tanto della Ragazza con l’orecchino di perla di Vemeer, esposta a palazzo Fava, eppure sono tante altre le gallerie che, sulla scia di questo evento d’importanza internazionale, propongono esposizioni interessanti. È il caso di Fedeltà/tradimento, mostra tematica curata da Laura Marchesini e Maurizio Nobile, aperta al pubblico dall’8 febbraio al 2 marzo presso gli spazi della galleria Nobile di via Santo Stefano 19/a. Avendo iniziato tre anni fa una ricerca artistica e espositiva che si basa sulla scelta approfondita di opere antiche accumunate da tematiche riconducibili ai contesti sociali dell’oggi, creando quindi un dialogo tra l’iconografia del passato e la contemporaneità dei soggetti trattati, la Galleria offre al visitatore un viaggio attraverso il complesso binomio fedeltà-tradimento, ponendo l’accento su quella che è la potenza del cambiamento che tale rapporto scatena, anche se visto da diversi punti di vista.
La mitologia è spesso terreno fertile di amori adulteri e violenti, dove piacere e carnalità si intrecciano creando continui processi di causa-effetto, come rivelano i disegni a carboncino di Gaetano Gandolfi (1800) tratti dalle Metamorfosi di Ovidio, nei quali è possibile intravedere, attraverso la figura di Venere, una celebrazione dell’adultera che, amando il mortale Adone, diventa un primo esempio di emancipazione (non a caso qualche anno dopo verrà pubblicato il romanzo di Flaubert Madame Bovary). Emancipazione che viene tradotta in suicidio per la violenza subita dalla virtuosa Lucrezia Romana da parte di Sesto Tarquinio, nel quadro di Pier Dandini, ricco di drammaticità e sensualità: la donna non sopportando l’onta dell’essere stata involontariamente infedele al marito, sceglie la morte, dando vita a quella rottura che porterà alla fine dell’Impero e all’inizio della Repubblica. Il discorso che questa mostra porta avanti è quello del non necessario e rigido binomio fedeltà-tradimento come bene-male: tutto per poter evolvere sembra dover tradire ciò che era prima, in nome di una fedeltà più alta. Ed è questo il tema che scopriamo nel dipinto Ester e Assuero di Antonio Molinari, dove l’eroina sceglie, rischiando la vita, di essere, prima che al marito, leale al proprio popolo, atto di grande coraggio che le permetterà di ricevere la grazia. Opposta è invece la posizione di Salomè (nel dipinto del Maestro dell’Incredulità di San Tommaso) che, nel richiedere la testa del Battista, sottostà e si annulla alla volontà della madre, alla quale è indissolubilmente legata. Fedeltà e tradimento sono, inoltre, alla base dei due momenti fondamentali nella storia del Cristianesimo: il peccato originale di Adamo ed Eva, senza il cui tradimento non ci sarebbe stata la vita, nel peccato certo, ma con il libero arbitrio dell’uomo (rappresentato da un disegno a china di Roberto di Costanzo, chiamato a realizzare un’opera ad hoc per questa mostra) e il tradimento di Giuda che, destinando Cristo alla morte, permette la redenzione dell’intera umanità.
Il tradimento, quindi, nasce e si oppone, allo stesso tempo, alla fedeltà, dove è però il primo a farci più paura, a stimolare la repulsione più immediata, forse perché siamo consapevoli della potenzialità insita in noi al tradire, trovandoci davanti a una scelta che, in un modo o in un altro, porterà a un cambiamento, che sia questo di rinascita o morte. (Margherita Maccaferri)
Fino al 29 marzo; galleria Maurizio Nobile, 
via Santo Stefano 19/a, Bologna; info: www.maurizionobile.com

Anonymous network

ALDA MERINI




Non sono bella sono soltanto erotica.
(ALDA MERINI)

Thursday, February 20, 2014

È morto l'artista Riccardo Licata

È morto l'artista Riccardo Licata, maestro dell'arte del mosaico



L’artista Riccardo Licata, uno dei maestri dell’arte del mosaico del ’900, è morto all’ospedale civile di Venezia all’età di 83 anni. Nato a Torino il 20 dicembre 1929, si trasferì con la famiglia a Venezia nel 1946 e iniziò l’attività artistica con il mosaico. Nel 1949 con altri giovani pittori Ennio Finzi, Tancredi Parmeggiani, Bruno Blenner e lo scultore Giorgio Zennaro costitui’ un gruppo di tendenza astratta. Partecipò con un grande mosaico alla Biennale di Venezia del 1952 e alla Triennale di Milano nel 1953

Images for Guttuso



Il volto è tutto, sulla faccia della gente c’è la storia che stiamo vivendo, l’affanno dei giorni. La portiamo incisa più dei fatti che ci accadono in presa diretta o che avvengono lontano: noi siamo la vera pellicola della realtà; e io la dipingo.
(Renato Guttuso)

Images for Montale



Insisto nel ricercarti nel fuscello
e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno,
sempre nel vuoto: in quello che
anche al trapano resiste.
(Eugenio Montale)

Image for Pirandello





È molto più facile essere un eroe che un galantuomo.
Eroi si può essere una volta tanto; galantuomini, si dev’esser sempre.
(Luigi Pirandello)

Light art installation





Kommunikation im Raum _Kunst | Light art installation
via : int81low.volumina

From the network

Abramovic/Ulay, Imponderabilia




Abramovic/Ulay, Imponderabilia (photographic documentation), 1977; performance at the Galleria Communale d’Arte, Bologna, Italy, 1977, Courtesy the artist and Sean Kelly Gallery, New York; photo: Giovanna dal Magro; © 2008 Marina Abramovi? and Artists Rights Society (ARS), New York / VG Bild-Kunst, Bonn, German

Wednesday, February 5, 2014

Los Encargados, A Motorcade and Visual Litany of Those in Charge




Hirshhorn Museum & Sculpture Garden
700 Independence Avenue Southwest
202-633-4674
Washington
Black Bos: Los Encargados, Jorge Galindo y Santiago Sierra,
Gran Vía, Madrid, 15 Agosto 2012

February 14-May 18, 2014

more 's article on: http://www.arttattler.com/archivelosencargados.html

Maria Gloria Conti Bicocchi e art/tapes/22

Maria Gloria Conti Bicocchi e  art/tapes/22



"Sono davanti all'ingresso del museo i Follonica dove era in atto una rassegna/studio di tre giorni sul lavoro di art/tapes/22, promossa anche dall'Università di Siena. Nella campagna dietro l'Aurelia, c'è la nostra casa Santa Teresa che è stata un luogo storico di incontri con gli artisti e con gli altri amici per più di 20 anni. Per me quei giorni hanno rappresentato la chiusura di un periodo che ho affidato solo alla storia."  (Maria Gloria Conti Bicocchi)

The 5th Annual NYC Urban Tattoo Convention, June 27th-29th

Richard Kern fino all’11 aprile a Malaga

Famosi e nudi s'intitola la mostra di Malaga. Ecco gli scatti del fotografo della trasgressione
fino all’11 aprile a Malaga



Richard Kern

Fino all’11 aprile in mostra a Malaga nel centro culturale La Termica una retrospettiva che raccoglie le fotografie di personaggi famosi ritratti nudi da Richard Kern. Si tratta di una collezione di una cinquantina di scatti , assemblati in trentadue anni di lavoro. Richard Kern inizia la sua carriera nel mondo del cinema sperimentale nei primi anni ’80

Omaggio di Andrew Rutt a Ray Bradbury




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Il video intitolato A book in the back of your head, dell’artista londinese Andrew Rutt, può essere considerato un omaggio a Ray Bradbury, il geniale scrittore e sceneggiatore americano deceduto pochi giorni fa. Andrew Rutt ha isolato alcuni secondi della celebre e inquietante sequenza del rogo dei libri di Fahrenheit 451, il film capolavoro di Truffaut, tratto dall’omonimo romanzo di Bradbury, creando un effetto reverse, capace di ribaltarne il significato: un libro che non viene distrutto dal fuoco, ma che dal fuoco nasce e da questo viene esaltato.
Questa sequenza inversa intende sottolineare, in linea con le tesi del libro e del film, in cui il protagonista, Montag, e altri uomini imparano a memoria i testi di ogni epoca affinché scampino alla distruzione, il valore, la necessità e la fondamentalità dell’elemento libro e della cultura.

A San Valentino (e non solo) regala la cultura!

A San Valentino (e non solo) regala la cultura!

A San Valentino regala la cultura!

Un'idea regalo originale per San Valentino?
Un biglietto per una mostra o un concerto, una visita guidata o un corso della materia preferita.
Regalate la cultura ...non solo a San Valentino!


 

MoMA - beginning this Friday at noon, "Performing John Cage"

Beginning this Friday at noon, "Performing John Cage" will feature artists, musicians, and even MoMA staff performing Cage's “silent” composition "4'33"

Beginning this Friday at noon, "Performing John Cage" will feature artists, musicians, and even MoMA staff performing Cage's “silent” composition "4'33"." http://bit.ly/LQ2vCf

[John Cage. 4'33" (In Proportional Notation). 1952/53.]

[John Cage. 4'33" (In Proportional Notation). 1952/53.]

In 1952 John Cage premiered his influential “silent” composition 4'33". Today 4'33" is recognized for upending traditional notions and structures of music and for opening up the possibilities of how we can fill space with sound emanating from chance, experimentation, and the surrounding audience and environment. In 1963, Cage debuted an interpretation of the composer Erik Satie's Vexations by having performers repeat the motif 840 times, as per Satie's original manuscript. In this series of performances, held in conjunction with the exhibition There Will Never Be Silence: Scoring John Cage’s 4'33", artists, musicians, and MoMA staff members activate these two compositions in their own ways. Performers include Martha Wilson, Michael Smith, Geoffrey Hendricks, Lizzi Bougatsos, Serra Sabuncuoglu, and others.

In conjunction with the exhibition There Will Never Be Silence: Scoring John Cage's 4'33"

These programs are free with Museum admission and open to the public on a first-come, first-served basis.  

Foto di anonimo

Vittorio Carpaccio Vs Bill Viola

Nello spazio Louis Vuitton di Venezia un confronto tra i video di Bill Viola e le opere di Vittorio Carpaccio. Un progetto dove il classico dialoga col contemporaneo

Nello spazio Louis Vuitton di Venezia un confronto tra i video di Bill Viola e le opere di Vittorio Carpaccio. Un progetto dove il classico dialoga col contemporaneo. Guardate qui: http://www.insideart.eu/2014/02/05/vittorio-carpaccio-vs-bill-viola/

Lo Spazio Louis Vuitton Venezia diventa Renaissance, una mostra ideata dallo storico dell’arte Adrien Goetz e dal curatore Hervé Mikaeloff. La seconda esposizione della maison francese nella Serenissima è dedicata a un insolito ma riuscitissimo confronto tra Vittore Carpaccio, grande maestro dell’arte veneziana, e Bill Viola, geniale videomaker statunitense. Una nuova occasione per sottolineare come risulti eccezionale l’incontro tra l’arte contemporanea e l’eredità artistica del passato. Quattro importanti opere, due per ogni artista, che dialogano in sinergia, un legame sacrale capace di coinvolge la sfera spirituale del visitatore. Una bipersonale che ha dell’incredibile se si considera che la riscoperta delle due opere attribuibili al periodo giovanile del Carpaccio da parte di Andrea Bellieni, responsabile scientifico del Museo Correr, e Giorgio Fossaluzza, tra i più quotati esperti dell’artista, è molto recente: 2012 la Madonna con il Bambino datata 1487 e 2013 La Pietà 1488-90. Dobbiamo ringraziare un minuzioso restauro realizzato con il sostegno di Louis Vuitton nell’ambito della partnership stretta con la fondazione musei civici Venezia. Un vera e propria rinascita, resurrezione, un passaggio dal mondo degli archivi museali, alla prima linea, in vetta, sul podio nella storia dell’arte. Infatti la Madonna con il Bambino che Bellieni, ha avuto l’accortezza di osservare da vicino, era stata catalogata nel 1957 come opere di un pittore veneziano del XVI secolo e poi finita nel dimenticatoio.
Il restauratore Antonio Bigolin è stato il primo a distinguere, sotto la vernice, sul muretto basso che si staglia in primo piano, la scritta ”Vetor[e] Scharpaco opv[s]” che rimanda al cognome Scarpazza, latinizzato successivamente dall’artista in Carpathio. Un’opera veramente ex-grege, dove il Bambino mostra, con la veste alzata, il sesso. Non comune, nemmeno inusuale, ma di certo frutto di uno studio attento, in linea con le tendenze di quel periodo storico. Nel tardo Quattrocento molti teologi insistevano sulla seconda persona della Trinità che ritenevano fosse quasi più importante delle altre due. Il quadro del Carpaccio, come ad esempio quello più rappresentavo di Francesco Bonsignori, Madonna col Bambino del 1483, esposta al Museo di Castelvecchio (Verona) vuole rappresentare Cristo come vero uomo e non come un’entità astratta, lontana della carnalità terrena. Concetti che non vanno sottovaluti neppure oggi. Più impegnativo, invece, il restauro della Pietà. Le condizioni della tavola erano disastrose: fragilità generale, abrasione delle superficie pittorica, ridipinture da vecchi restauri e ossidazioni delle vernici. L’intervento ha dovuto affrontare il problema di gravi lacune come il ventre di Cristo e la mano destra della Madonna che è stata rifatta integralmente. Quest’ultima opera è messa a conforto con Emergence, 2002, di Bill Viola: video a colori in retroproiezione. Il lavoro è ispirato alla passione dell’artista per il primo Rinascimento. «In Emergence – risponde Viola a Mikaeloff – ho cercato di esprimere l’idea che quando pensiamo che tutto sia vuoto e perduto, la figura di Cristo, o qualcuno come lui, si solleva e sembra ascendere al Cielo, ma di fatto torna volontariamente sulla terra per aiutare ad alleviare le sofferenze degli esseri umane di tutte le creature. È in questo momento che dobbiamo riprendere contatto con la terra, con la natura e con le persone che ci stanno più a cuore. Uso il rallentatore per vedere più in profondità nel tessuto dello spazio e del tempo ma soprattuto dell’anima. Credo che Emergence si rapporti molto bene alla Pietà di Carpaccio».
Madonna con il Bambino è in dialogo con Eternal Return, 2000, un’istallazione video a colori con sonoro. Da anni il videomaker si ispira all’arte sacra, la ricerca e i progetti lo hanno portato spesso in Italia, in particolare a Venezia. Pur trovandosi a cinque secoli di distanza, i quadri di Vittore Carpaccio e i video di Bill Viola esprimono gli stessi interrogativi e preoccupazioni. Emozioni che accompagnano l’uomo nella crescita affettiva, lungo un percorso senza tempo, capace di rincorrere le tendenze stilistiche e fondersi in un unicum storico-culturale. (di Enrico Migliaccio)
 Info: fino al 25 maggio, Espace Louis Vuitton, Calle del Ridotto 1353 Venezia. Web: http://www.louisvuitton-espaceculturel.com/
http://www.insideart.eu/
 

Pierre Coulibeuf

Pierre Coulibeuf, artista plastico e cineasta, è una figura piuttosto atipica nel panorama internazionale. I suoi film – corti medio e lunghi girati in 16mm e 35mm – sono quasi tutti realizzati a partire dall’immaginario di altri artisti (da Marina Abramovic a Jean-Luc Moulène a Michelangelo Pistoletto), oppure da singole opere (una scultura-architettura di Bustamante in Lost Paradise) o, ancora, ambientati in spazi particolari (un edificio di Rudy Ricciotti in Pavillon noir, un’architettura di Alvaro Siza per la fondazione Iberê Camargo in Dédale). 
Non sono documentari, anche se documentano in qualche modo anche un percorso estetico, né sono film sperimentali e neppure film a soggetto, anche se ne hanno l’impostazione. Sono piuttosto simulacri, vale a dire che materializzano, in una fiction expérimentale, la relazione con un’opera o con un universo mentale. A partire dal 2005, inoltre, Coulibeuf ha trasformato alcuni suoi film in installazioni video in occasione delle sue mostre personali nei musei di tutto il mondo, applicando così ulteriormente alle proprie opere la sua idea di "passaggio” da una forma espressiva all’altra, da un dispositivo all’altro (nel caso specifico cinema/video).

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Tra le figure con cui Coulibeuf ha lavorato c’è anche Jan Fabre. Basandosi sull’immaginario soprattutto teatrale dell’artista belga, il cineasta francese nel 2002 ha costruito il suo Les Guerriers de la beauté, mentre dalla loro collaborazione è appena nato il lungometraggio Doctor Fabre will cure you, presentato in anteprima qualche settimana fa al festival di Abu Dhabi e ancora inedito in Italia. Ma quattro estratti di questo pregevole lavoro sono attualmente visibili al MAXXI all’interno della mostra Stigmata. 
Se Les Guerriers de la beauté era circoscritto ad un unico spazio, una vecchia fortezza di Anversa, qui l’ambientazione abbraccia l’intera città natìa di Fabre, dove ancora vive e lavora, trasformata in un immenso teatro. C’è meno stasi è più azione, un’azione avvincente, frammentata sempre in una serie di "quadri” che ritornano (secondo una struttura tipica del linguaggio filmico coulibeufiano) e dove azione e riflessione si intrecciano., L’immaginario di Fabre – riletto e messo in scena da Coulibeuf – non è dunque mai disgiunto da un confronto continuo e necessario tra l’artista e la storia dell’arte, a cominciare da quella fiamminga, che inevitabilmente ha ispirato il suo lavoro. Un modello iconografico di riferimento dell’intera narrazione potrebbe essere la famosa incisione di Dürer Il cavaliere, la morte e il diavolo, realizzata nel 1514. 

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All’inizio lo stesso artista esplode dei colpi contro la propria tomba, ma l’intero film è punteggiato da alcune frasi tratte dal Journal de nuit pubblicato da Fabre nel 2012 e letto nel corso del film da una enigmatica figura femminile (Ivana Jozic), che assume di volta in volta diversi ruoli: in realtà sono tutte trasfigurazioni della Morte. Non meno importante è la figura del Cavaliere con armatura e vessillo che compare diverse volte. Infine, c’è il Diavolo, che ha le fattezze dello stesso Fabre mentre si cosparge di schiuma da barba di fronte a uno specchio, modellandosi i capelli a forma di corna. E se il denaro è notoriamente lo sterco del diavolo, ecco Fabre vestirsi di banconote e prendere simbolicamente fuoco, una delle tante autonegazioni e catarsi di cui è disseminato il film. 

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Concettualmente la fiction sperimentale di Coulibeuf ruota intorno ad un altro importante tema iconografico che ha attraversato la storia dell’arte: la vanitas. In una sequenza del film la Morte sussurra all’orecchio di Fabre: «Non dimenticare che sei un animale» e la stessa ragazza-lettrice-consolatrice rincorre invano con la sua retina farfalle che non potrà mai catturare. Tutto è effimero, tutto ci sfugge. Così, nell’excipit di Doctor Fabre, il gesto iniziale di profanazione della propria tomba (riproposto specularmente con una concettuale simmetria) assume un significato di rinascita e di immortalità: solo l’artista può negare la morte, solo la creazione può sopravvivere alla dissoluzione del tutto.  
(di Bruno Di Marino)

Il concetto di avanguardia e la nascita dell'arte del Novecento


Cenni sulle Avanguardie storiche

Le Avanguardie storiche

Con il termine “Avanguardie” si indicano movimenti artistico-culturali sviluppatesi in Europa dagli inizi del ’900 fino a circa gli anni Venti, in genere si parla di Avanguardie storiche per distinguerle dalle Neoavanguardie sorte dopo la II Guerra Mondiale. Le Avanguardie avevano delle tendenze radicali a rompere con i codici artistici tradizionali e con le convenzioni borghesi. Rifiutando tutti i valori, gli avanguardisti mettevano in discussione il valore e il concetto di arte; infatti, secondo loro l’arte deve scuotere e sconvolgere, deve contribuire a migliorare la vita. La funzione dell’artista è quindi di costruire una vita “estetica”, dominata dall’arte. Per realizzare tutto ciò le Avanguardie fecero dello sperimentalismo il loro orientamento metodologico: operando in gruppi per abbattere ogni barriera tra le varie arti.
 

I movimenti avanguardisti

L’Espressionismo

Questo movimento si sviluppò in Germania e si interessò in particolare alla pittura e al teatro. L’Espressionismo esaltava la rappresentazione soggettiva della realtà, accentuando la disarmonia e arrivando all’astrazione e alla creazione di un linguaggio fatto di segni, linee e colori. Esso raffigurava un’umanità tragica, pervasa da un senso di morte e distruzione. In letteratura presentava anche la rottura di ogni equilibrio comunicativo: arrivando così a sconvolgere il lessico, la sintassi, la metrica e gli schemi narrativi. In Italia queste tendenze furono presenti soprattutto nel teatro di Luigi Pirandello.
 

Il Futurismo

Nacque nel 1909 con la pubblicazione del Manifesto del Futurismo, redatto da Filippo Tommaso Martinetti. Il Futurismo rifiutava ogni “tradizionalismo” in nome di un’arte che esaltasse la potenza delle macchine e delle nuove tecnologie. I futuristi videro nella “macchina” il simbolo dei tempi nuovi, che sostituiva un nuovo ideale di bellezza a quello classico. L’artista diventa così portavoce delle trasformazioni introdotte nella vita quotidiana dalla civiltà tecnologica. Da ciò deriva la sperimentazione di nuovi modi di comunicazione, capaci di rompere i confini tra le diverse arti e le diverse tecniche. Il Futurismo interessò tutte le forme artistiche, ma il suo influsso fu grande soprattutto in Russia con Majakovskij.
 

Il Dadaismo

Questo movimento artistico letterario nacque a Zurigo nel 1916, con il caposcuola Tzara. La poetica del Dadaismo rifiutava ogni convenzione in nome della spontaneità assoluta e dell’anarchia espressiva, distruggendo le basi del linguaggio, del lessico e della sintassi, per arrivare al nonsense (termine che deriva da “dada”, giocattolo) e ai collages (accostamenti casuali di parole) verbali. In Italia i casi di adesione furono rari, anche se incuriosì i futuristi.
 

Il Surrealismo

Questo movimento fu fondato in Francia da Breton, con la pubblicazione del Manifesto del Surrealismo. Nato dal Dadaismo, ne orientò lo spirito libertario verso nuove forme artistiche, attente all’analisi interiore e ai meccanismi dell’inconscio. Breton dice: “Surrealismo è il dettato del pensiero con l’assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione.” Nel Manifesto Breton arrivò addirittura a suggerire un “modo” per accedere all’inconscio. Più tardi uscì il Secondo manifesto del Surrealismo, decisamente più politico, che proponeva una rivoluzione di tipo “marxista” della società. Esso non intendeva ridurre l’arte a uno strumento politico, infatti fu espulso dal Partito comunista. In Italia aderirono a questo movimento Bontempelli e Buzzati.
 

La narrativa europea nell’età delle Avanguardie

Nei primi anni del ‘900 la produzione in prosa in Europa si arricchì delle opere di grandi “maestri”, che trattavano delle problematiche esistenziali e delle sperimentazioni delle Avanguardie.
 
Thomas Mann
Lo scrittore tedesco esordì con il romanzo I Buddenbrook, che tratta la crisi della borghesia raccontata attraverso una famiglia di commercianti. Un suo altro importante romanzo fu La morte a Venezia, il cui tema è l’inconciliabilità tra vita e arte.
Franz Kafka
Lo scrittore boemo fu autore di romanzi (Il processo, Il castello) e di racconti (La metamorfosi); incentrati su vicende apparentemente normali, ma in realtà allusive e simboliche. I protagonisti sono condannati alla solitudine e sottoposti a condanne irrevocabili, sempre con la presenza di un senso di colpa. Kakfa si avvicina all’Espressionismo e al Surrealismo.
 
Marcel Proust
Fu lo scrittore francese, con Alla ricerca del tempo perduto, a rivoluzionare il romanzo; producendo una narrazione che procede secondo il libero scorrere della memoria involontaria, cioè attraverso quei “lampi” prodotti da noi attraverso una casuale sensazione. Con questa invenzione letteraria del Novecento, Proust si collega alla teoria dell’inconscio di Freud.
 
James Joyce
Il dublinese fu il grande innovatore del romanzo. La sua opera più famosa fu Ulisse: costruita con la tecnica del flusso di coscienza, che consiste nel trascrivere i pensieri dei personaggi così come affiorano dall’inconscio. Una tecnica utilizzata da Joyce per sottolineare il carattere inafferrabile dell’esperienza umana. Scrisse anche Gente di Dublino.
 
La narrativa italiana nell’età delle Avanguardie
Essa trovò le sue manifestazioni più originali nella produzione di Italo Svevo e Luigi Pirandello. Nella Coscienza di Zeno Svevo utilizza la tecnica del monologo interiore, una ricostruzione linguistica del processo con cui “l’inconscio viene sollevato al regime della coscienza”. La vasta produzione di Pirandello è un’affermazione di sfiducia sulle possibilità dell’uomo. Dalla consapevolezza di essere “nessuno” nascono lo smarrimento e la solitudine dell’uomo pirandelliano, che rifiuta la vita sociale perché gli impone una “maschera”. 
 
La lirica italiana nell’età delle Avanguardie
La poesia è caratterizzata dalla necessità di un rinnovamento, e le riviste svolsero un ruolo importante. Firenze fu il suo centro, con la pubblicazione de: “Il Marzocco” (D’Annunzio), “La Voce”, e “Lacerba”. Di questo periodo fanno parte: i futuristi, i crepuscolari, e i poeti “vociani”.
 
La lirica futurista
I principi della poetica futurista sono:
- il rifiuto del passatismo e il culto della modernità
- il rifiuto del borghese e il culto di ideali eroici
- il gusto della provocazione, dell’arte-spettacolo
- il rifiuto della soggettività dell’arte e l’esaltazione dell’istinto
- la celebrazione del vitalismo
- il paroliberismo, cioè l’uso di “parole in libertà”
- l’uso di analogie più libere
- lo sconvolgimento della grafica della pagina
- la distruzione dell’io narrante
 
La lirica crepuscolare
Il termine “Crepuscolarismo” fu usato per definire lo spegnersi “in lungo crepuscolo” della produzione carducciana e dannunziana. In seguito indicò la poetica degli oggetti quotidiani, dei toni distaccati, dei ritmi in prosa e del lessico comune. Esso ebbe come modello la poetica delle “piccole cose” e del “fanciullino” di Pascoli. Tra i suoi poeti figurano: Corazzini e Gozzano.
 
I poeti “vociani”
Così chiamati per la collaborazione con “La Voce”, manifestarono un rifiuto del Decadentismo e del superomismo, privilegiando una poesia ispirata dalle inquietudini dell’uomo e usando il verso libero e l’espressione intensa per esprimere la soggettività e l’interiorità. Tra i vociani ricordiamo Dino Campana.
 
 
Giuseppe Ungaretti
La sua produzione si articola in tre momenti diversi:
- il primo: caratterizzato da componimenti brevissimi, in cui la parola è ridotta all’essenziale, la sintassi è sconvolta, la punteggiatura è abolita e c’è l’uso di versi liberi (L’Allegria);
- il secondo: caratterizzato dal recupero di un lessico letterario, della metrica tradizionale, del periodo lungo e della punteggiatura (Sentimento del tempo);
- il terzo: rappresentato dalla raccolta Il dolore, incentrato sul tema del dolore individuale e collettivo, e ispirato dalla morte del figlio e dall’esperienza della II Guerra Mondiale. Caratterizzato dal recupero della tradizione classica e da una forma solenne.
 
Teatro grottesco: si ricollegava al tema della riflessione pirandelliana, secondo il quale la persona è una maschera, e l’unicità del suo carattere può essere scomposta in forma grottesca, perché priva di coscienza di psicologica.

The ABC's of DADA (3 of 3)


The ABC's of DADA (2 of 3)


The ABC's of DADA (1 of 3)


haxana Marcello Piva


1928 Dadaist Film


Fluxus - Wolf Vostell - Sun in your head


Andy Warhol Documentary Film


Joseph Beuys


A Page of Madness (Original 1971)


Transfiguration


Butoh Dance Performance in Japan


A Page of Madness (1926 Japanese Silent Film) Giya Kancheli.


Entr'acte René Clair, Erik Satie, Marcel Duchamp, Man Ray, Francis Picabia


Luis




FRIDA KAHLO a Roma alle Scuderie del Quirinale dal 20 marzo 2014 al 13 Luglio 2014 una grande mostra sull'artista messicana di Frida Kahlo (1907-1954), simbolo dell'avanguardia artistica e dell'esuberanza della cultura messicana del Novecento.

Saturday, February 1, 2014

Michelangelo: l’elenco di tutte le sue opere a Roma

Prorogata fino al 4 marzo la mostra Antoniazzo Romano Pictor Urbis a Palazzo Barberini

Prorogata fino al 4 marzo la mostra Antoniazzo Romano Pictor Urbis a Palazzo Barberini  Roma

Fotografie in monastero.Una selezione dall'archivio Papa a Roma

Fotografie in monastero.Una selezione dall'archivio Papa
INGRESSO LIBERO
Dal 31/01/2014 al 28/02/2014

ICCD Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione Roma



Rodin: il marmo, la vita dal 18 febbraio Terme di Diocleziano Roma

Rodin: il marmo, la vita dal 18 febbraio alle Terme di Diocleziano Roma
Attraverso Rodin. Scultura italiana del primo Novecento, dall'11 febbraio 2014 alla GNAM Galleria Nazionale d'Arte Moderna

Hans Memling Scuderie del Quirinale Roma dal 25.09.2014 al 11.01.2015

Hans Memling Scuderie del Quirinale Roma
dal 25.09.2014 al 11.01.2015

Foto: Una ghiotta anteprima: Hans Memling in mostra a Roma nell'autunno 2014 alle Scuderie del Quirinale 
http://www.romeguide.it/?pag=schedamostrenew&id=5675Foto: Una ghiotta anteprima: Hans Memling in mostra a Roma nell'autunno 2014 alle Scuderie del Quirinale 
http://www.romeguide.it/?pag=schedamostrenew&id=5675

Hans Memling in mostra a Roma nell'autunno 2014.
Le Scuderie del Quirinale hanno in programma una mostra monografica (ottobre 2014-gennaio 2015) su uno dei più importanti artisti del Quattrocento, il fiammingo Hans Memling, a cura di Till-Holger Borchert (serrate trattative ancora in corso con la Polonia per portare in Italia il celebre Trittico di Danzica raffigurante il Giudizio Universale).

Hans Memling (Seligenstadt, ca. 1435-1440 – Bruges, 11 agosto 1494) è stato un pittore tedesco di formazione fiamminga.
Fu tra i principali maestri della seconda generazione della pittura fiamminga, dopo quella dei pionieri come Jan van Eyck, Robert Campin e Rogier van der Weyden. Le sue opere sono caratterizzate da un'eleganza raffinata, a tratti malinconica, che riassume al meglio la breve ma intensa stagione artistica promossa dai mercanti di Bruges.

DATE E PROGRAMMA DA DEFINIRE

Fonte: Corriere della Sera

Gilgamesh, l' opera del Re di Uruk fino al 9 febbraio 2014 a Roma

Gilgamesh, l' opera del Re di Uruk fino - al 9 febbraio 2014soisizioni
Palazzo delle Esoisizioni Roma - INGRESSO LIBERO



Gilgamesh, l'epopea del re di Uruk. Una mostra oltre il libro 5 dicembre 2013 / 9 febbraio 2014 al Palazzo delle Esposizioni con INGRESSO LIBERO.

Gilgamesh, re sumero di Uruk, in mostra al Palazzo delle Esposizioni di Roma dal 5 dicembre. Non solo un libro dunque ma anche una mostra per l'eroe valoroso alla ricerca della propria umanità, che torna da un antichissimo passato per rivivere in un volume illustrato a china e acquarello realizzato dalla grafica francese Laurie Elie, dalla pittrice iraniana Forough Raihani, con i testi della giornalista Alessandra Grimaldi.
Gilgamesh. L'epopea del Re di Uruk (L'Asino d'oro edizioni, pagg. 72, Euro 20) è un libro, un audiolibro, con la voce di Francesco Pannofino, e ora anche una mostra in cui si espongono tavole, bozzetti, foto scattate durante la lavorazione, gioielli ispirati ai disegni e alla storia di questo mitologico personaggio.
L'inaugurazione della mostra Gilgamesh, l'epopea del re di Uruk si inserisce nel programma Più libri più luoghi della Fiera della piccola e media editoria, Più libri più liberi, edizione 2013.
Intervengono le tre autrici, protagoniste di tre percorsi artistici di forte identità, capaci insieme di evocare, nella loro appassionata ricerca, un'epopea immortale.

Precedente ai più noti poemi epici e allo stesso Omero, scritto in caratteri cuneiformi, il più antico racconto del mondo è giunto fino a noi grazie a dodici tavolette di argilla, trovate in Mesopotamia a fine '800, che ne hanno rivelato le gesta avventurose, collocabili tra il 2600 e il 2500 a.C.
La saga narra il percorso umano dell'eroe amato dagli dei, Gilgamesh, che vuole conoscere l'immortalità. Il suo viaggio lo porterà a scoprire la sua sorte di essere umano tra gli umani. Racconto allegorico di una crisi, di una sfida, di una ricerca umana, l'epopea del re di Uruk si dipana tra lotte, gioie, incontri, passioni, mostri, catastrofi e alterni personaggi, tra i quali l'impavido e selvatico Enkidu, sorta di alter ego dell'eroe.
Il libro contiene anche un excursus sulle scoperte e la storia della decifrazione delle tavolette di argilla trovate dagli archeologi nei tell della Mesopotamia, i cumuli di detriti che per millenni hanno custodito i segreti della magnifica e arcaica civiltà sorta tra il Tigri e l'Eufrate.
Gilgamesh. L'epopea del Re Di Uruk è anche un audiolibro: la lettura del testo è affidata alla voce dell'attore e doppiatore Francesco Pannofino. L'mp3 con le musiche di Giorgio Giampà si può scaricare dal sito de L'Asino d'oro edizioni, grazie a un codice presente all'interno del libro.
I gioielli in mostra al Palazzo delle Esposizioni, ispirati alle illustrazioni delle autrici, sono di Raffaella Corvino.

Musée d’Orsay 22 febbraio / 8 giugno 2014 Roma

Musée d’Orsay. CapolavoriCapolavori dal Museo d'Orsay: Gauguin, Monet, Degas, Sisley, Pissarro, Van Gogh, Manet, Corot, Seurat e molti altri
22 febbraio / 8 giugno 2014Complesso del Vittoriano, Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali) Roma                 




Dal 22 febbraio all’8 giugno 2014 il Complesso del Vittoriano presenta la grande mostra “Musée d’Orsay. Capolavori”.
L’esposizione porta per la prima volta a Roma straordinarie opere realizzate tra il 1848 e il 1914 dai grandi maestri francesi, Gauguin, Monet, Degas, Sisley, Pissarro, Van Gogh, Manet, Corot, Seurat e molti altri, proponendo un percorso artistico che - attraverso una selezione di settanta opere - parte dalla pittura accademica dei Salon e attraversa la rivoluzione dello sguardo impressionista fino ad arrivare alle soluzioni formali dei Nabis e dei Simbolisti.

“Musée d’Orsay. Capolavori”, curata da Guy Cogeval e da Xavier Rey, è articolata in cinque sezioni: la prima è incentrata sull’arte dei Salon, nucleo originario della collezione; la seconda illustra il rinnovamento della pittura di paesaggio ad opera della Scuola di Barbizon, che apre la strada allo studio impressionista della natura; quindi la sezione dedicata alla modernità ritratta dagli impressionisti, che conferirono dignità di genere a balli, scene di vita in società e scorci di vita privata; infine l’evolversi del linguaggio pittorico post impressionista: la pittura Simbolista, il sintetismo di Gauguin, la bidimensionalità dei Nabis, fino ad arrivare alle avanguardie del XX secolo.

La storia delle avanguardie e della modernità sarà preceduta da una presentazione inedita dell’affascinante racconto di come una ex stazione ferroviaria nel cuore di Parigi sia divenuta uno dei musei più importanti al mondo. Dalle diverse origini delle sue collezioni alla costruzione dell’edificio per l’Esposizione Universale del 1900 fino alle trasformazioni successive, con una particolare attenzione al fondamentale lavoro di allestimento e museografia realizzato nel 1986 dall’architetto italiano Gae Aulenti, scomparsa l’anno scorso.

COME ARRIVARE
Tutti i bus per il centro storico: 81, 85, 87, 186, 571, 810, 850, fermata Piazza Venezia
Metro B fermata Colosseo
Calcola il percorso

ORARIO
Dal lunedì al giovedì 9.30 –19.30;
venerdì e sabato 9.30 – 23.00;
domenica 9.30 – 20.30
Ultimo ingresso un'ora prima
COSTO BIGLIETTI
Individuali: 12.00 euro + 1.50 euro spese d'agenzia
Ridotto over 65 anni / under 26: 9.00 euro + 1.50 euro spese d'agenzia
Bambini under 6 anni: ingresso gratuito
Disabili: disabililità superiore al 75% ingresso gratuito, disabilità entro il 75% ingresso ridotto 9.00 euro
GRUPPI
Gruppi: 9 euro + 1.00 euro spese d'agenzia + 30.00 Euro Prevendita Turno Gruppo (Max 25 pax)

PER I GRUPPI E' OBBLIGATORIA LA GUIDA (prenotabile anche tramite nostra agenzia)

Thoughts and words of Alda Merini for you

"Se l' arte è una dura sostanza,
percorrila in silenzio.
Non troverai alcun uomo
in fondo ad aspettarti.
Nè troverai l' ulivo della tua pace migliore.
Se l' arte è profonda
come tua madre,
ascoltala in silenzio:
è lì che si muore."

(Alda Merini)

Paris Photo the most prestigious art fair dedicated to historical and contemporary photography

Paris Photo was created in 1996 and is the most prestigious art fair dedicated to historical and contemporary photography. This fair takes place annually at the Grand Palais in Paris mid-November and at the Paramount Pictures Studios in Los Angeles at the end of April.

Over the past 17 years, Paris Photo has become a significant event for collectors of contemporary and modern art, photography professionals, artists, as well as for an ever-growing audience of art appreciators. Each edition is unique and brings together a distinguished selection of exhibitors with diverse collections focused on the photographic medium. A public program is also an important component of the fairs which is built around cultural events involving artists, art world professionals, collectors, and cultural institutions.

Enriched by the unique cultural environment of these two cities, Paris Photo offers its visitors an unsurpassed experience in two historic locations which bring together all the different trends in photography.
Complete program and list of exhibitors coming soon. See below the 2014 selection committee

Read more at http://admin.parisphoto.com/losangeles/about#HtOV8mD5bFCl3lYc.99
Paris Photo was created in 1996 and is the most prestigious art fair dedicated to historical and contemporary photography. This fair takes place annually at the Grand Palais in Paris mid-November and at the Paramount Pictures Studios in Los Angeles at the end of April.

Over the past 17 years, Paris Photo has become a significant event for collectors of contemporary and modern art, photography professionals, artists, as well as for an ever-growing audience of art appreciators. Each edition is unique and brings together a distinguished selection of exhibitors with diverse collections focused on the photographic medium. A public program is also an important component of the fairs which is built around cultural events involving artists, art world professionals, collectors, and cultural institutions.

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25.27 apr 2014 Paramount Pictures Studios Los Angeles

13.16 nov 2014 Grand Palais Paris

Foto: The International Art Fair for photography and moving images. Save the date! http://po.st/pplabout


Paris Photo was created in 1996 and is the most prestigious art fair dedicated to historical and contemporary photography. This fair takes place annually at the Grand Palais in Paris mid-November and at the Paramount Pictures Studios in Los Angeles at the end of April.
 Over the past 17 years, Paris Photo has become a significant event for collectors of contemporary and modern art, photography professionals, artists, as well as for an ever-growing audience of art appreciators. Each edition is unique and brings together a distinguished selection of exhibitors with diverse collections focused on the photographic medium. A public program is also an important component of the fairs which is built around cultural events involving artists, art world professionals, collectors, and cultural institutions.
 Enriched by the unique cultural environment of these two cities, Paris Photo offers its visitors an unsurpassed experience in two historic locations which bring together all the different trends in photography.
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http://admin.parisphoto.com/losangeles/about


http://admin.parisphoto.com/losangeles

Umberto Boccioni e Filippo Tommaso Marinetti, fotografati da Roger Viollet (1910)




Umberto Boccioni e Filippo Tommaso Marinetti, fotografati da Roger Viollet (1910)

Esquire may 1969