Ebro and Art è il blog di arte sperimentale, creato e gestito dal video artista Andrea “Ebro” Barbarossa. Dalle avanguardie storiche alla digital art. Immagini, video, sonorità, per fissare lo sguardo verso gli sconfinati dinamismi di forme creative e di espressioni estetiche con lo scopo di sollecitare l’interesse nei confronti di tutto quello che è ed è stata la ricerca artistica sperimentale d’avanguardia. by Ebro_official
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Sunday, October 5, 2014
I MACCHIAIOLI A NEW YORK
Fino al 30 ottobre all’Istituto Italiano di Cultura di New York
vanno in scena "I Macchaioli", una mostra curata da Marco Bertoli. Ritratti quotidiani, scene d’interno realistiche, paesaggi campestri sono i soggetti principali delle 24 opere esposte nella struttura di Park Avenue, per valorizzare il patrimonio artistico italiano e far rivalutare al pubblico statunitense il valore della pittura italiana ottocentesca.
Si possono ammirare opere di Serafino De Tivoli, Odoardo Borrani, Cristiano Banti e ovviamente Giovanni Fattori.
vanno in scena "I Macchaioli", una mostra curata da Marco Bertoli. Ritratti quotidiani, scene d’interno realistiche, paesaggi campestri sono i soggetti principali delle 24 opere esposte nella struttura di Park Avenue, per valorizzare il patrimonio artistico italiano e far rivalutare al pubblico statunitense il valore della pittura italiana ottocentesca.
Si possono ammirare opere di Serafino De Tivoli, Odoardo Borrani, Cristiano Banti e ovviamente Giovanni Fattori.
Friday, October 3, 2014
Luigi Ontani
Fino all’11 gennaio 2015
la GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita un’importante personale di Luigi Ontani, tra gli artisti più rappresentativi del panorama internazionale degli ultimi quarant’anni.
la GAMeC - Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo ospita un’importante personale di Luigi Ontani, tra gli artisti più rappresentativi del panorama internazionale degli ultimi quarant’anni.
Figura poliedrica, presente sulla scena artistica dagli anni Sessanta, all’inizio del decennio seguente inizia a prendere parte e, successivamente, a imporsi nel dibattito artistico contemporaneo con i suoi tableaux vivants: performance vestite o, meglio, travestite; iconografie viventi in cui Ontani – trasformato e mascherato – impersona figure storiche, mitologiche, letterarie e popolari tra cui Pinocchio, Dante Alighieri, Giuseppe Garibaldi, San Paolo di Caravaggio, San Luca del Guercino o I Prigioni di Michelangelo.
La mostra accoglie una selezione di opere fotografiche, frutto dell’intensa ricerca dell’artistabolognese, ritenuta germinale e particolarmente significativa all’interno dello sviluppo della sua produzione.
Ontani sceglie la fotografia quale mezzo che meglio si confà a interpretare la sua opera; uno strumento che documenta le sue performance artistiche, tradotte – appunto – in fotografie dai formati diversi, recuperando una pratica che può essere fatta risalire alle interpretazioni viventi dei vangeli medievali, ai trionfi allegorici rinascimentali e barocchi, nonché ai veri propri tableaux vivants realizzati durante la rivoluzione francese anche da artisti del calibro di Jacques-Louis David e tornata in voga nei salotti della Roma di inizio XX secolo.
Ontani sceglie la fotografia quale mezzo che meglio si confà a interpretare la sua opera; uno strumento che documenta le sue performance artistiche, tradotte – appunto – in fotografie dai formati diversi, recuperando una pratica che può essere fatta risalire alle interpretazioni viventi dei vangeli medievali, ai trionfi allegorici rinascimentali e barocchi, nonché ai veri propri tableaux vivants realizzati durante la rivoluzione francese anche da artisti del calibro di Jacques-Louis David e tornata in voga nei salotti della Roma di inizio XX secolo.
Ontani ricorre alla tecnica fotografica in quanto occasione per sperimentare molteplici possibilità e formulare nuove variazioni sui temi e i soggetti che più gli interessano, percorrendo così il suo viaggio “transtorico” attraverso il mito, la maschera, il nudo, il simbolo e la rappresentazione iconografica.
Reinterpretando situazioni storicamente e/o geograficamente lontane, l’artista fa rinascere le forme di celebri dipinti del passato o del rito,praticando una “poetica dell’essere altrove” che accorcia, al contempo, le distanze tra arte e vita, in cui il corpo dell’artista è sempre il soggetto, recuperando così un tema fondante in tutta la storia dell’arte, a partire dalla tradizione classica.
La mostra intende restituire la varietà di questa produzione, mostrando il susseguirsi di performance, d’après quali, tra gli altri, San Sebastiano nel bosco di Calvenzano d’après Guido Reni (1970), Meditazione après de la Tour (1970), DaviDRatto (1974-2008), Déjeunersurl’ArT (1992); opere come Bacchino (1970), Dante (1972), Pinocchio (1972), Le Ore (1975), Lapsus Lupus (1992), il dittico EvAdamo (1973-2004), e un ciclo indiano che comprende anche una serie di lavori degli ultimi anni.
Accompagna la mostra un catalogo bilingue – edito GAMeC BOOKS – che include testi di Giacinto Di Pietrantonio (Direttore GAMeC) e di Laura Cherubini (Curatore, Critico e Docente all’Accademia di Brera).
Accompagna la mostra un catalogo bilingue – edito GAMeC BOOKS – che include testi di Giacinto Di Pietrantonio (Direttore GAMeC) e di Laura Cherubini (Curatore, Critico e Docente all’Accademia di Brera).
Luigi Ontani è considerato unodei più influenti e innovativi artisti italiani contemporanei.
Dalla fine degli anni Sessanta ha utilizzato mezzi espressivi differenti quali la fotografia, la performance e video, sviluppando al contempo un uso molto personale dipittura e scultura. I suoi leggendari tableaux vivants e le sculture policrome in ceramica a grandezza naturale hanno prodotto una rottura netta con la tradizione, proponendo un’interpretazione assolutamente unica.
Tra le mostre più recenti e significative dell’artista ricordiamo alcune retrospettive dei suoi video e film giovanili (Tate Modern, 2010), nuove performance commissionate dalla Serpentine Gallery di Londra (2010) e dall’Hammer Museum di Los Angeles (2011).
Una grande retrospettiva del suo lavoro è stata ospitata dal Castello di Rivoli, Torino (2011) e alla Kunsthalle diBerna (2012).
Altre mostre personali sono state ospitate al Kunstverein di Francoforte e al Groninger Museum (Paesi Bassi, curata da Jan Hoet nel 1996), al MoMAPS1 di NewYork (curata daCarolyn Christov Bakargiev nel 2001), alla Bangkok National Gallery (2002) allo S.M.A.K.di Ghent (2004), al MAMbo di Bologna (2008) e al Museo di Capodimonte, Napoli(2010).
Ontani è stato invitato alla Biennale di Sydney (1986), alla Triennale di Nuova Delhi (1991), a Manifesta (2008) e ha partecipato a sei edizioni della Biennale di Venezia (1972, 1978, 1984, 1986, 1995, 2003).
Fonte: http://www.artribune.com/dettaglio/evento/37435/luigi-ontani-tableaux-vivants/
Dalla fine degli anni Sessanta ha utilizzato mezzi espressivi differenti quali la fotografia, la performance e video, sviluppando al contempo un uso molto personale dipittura e scultura. I suoi leggendari tableaux vivants e le sculture policrome in ceramica a grandezza naturale hanno prodotto una rottura netta con la tradizione, proponendo un’interpretazione assolutamente unica.
Tra le mostre più recenti e significative dell’artista ricordiamo alcune retrospettive dei suoi video e film giovanili (Tate Modern, 2010), nuove performance commissionate dalla Serpentine Gallery di Londra (2010) e dall’Hammer Museum di Los Angeles (2011).
Una grande retrospettiva del suo lavoro è stata ospitata dal Castello di Rivoli, Torino (2011) e alla Kunsthalle diBerna (2012).
Altre mostre personali sono state ospitate al Kunstverein di Francoforte e al Groninger Museum (Paesi Bassi, curata da Jan Hoet nel 1996), al MoMAPS1 di NewYork (curata daCarolyn Christov Bakargiev nel 2001), alla Bangkok National Gallery (2002) allo S.M.A.K.di Ghent (2004), al MAMbo di Bologna (2008) e al Museo di Capodimonte, Napoli(2010).
Ontani è stato invitato alla Biennale di Sydney (1986), alla Triennale di Nuova Delhi (1991), a Manifesta (2008) e ha partecipato a sei edizioni della Biennale di Venezia (1972, 1978, 1984, 1986, 1995, 2003).
Fonte: http://www.artribune.com/dettaglio/evento/37435/luigi-ontani-tableaux-vivants/
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exhibitions,
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photography
Location:
Bergamo BG, Italia
Alberto Giacometti a Milano dall' 8 ottobre
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Location:
Milano, Italia
Seung Mo Park
I ritratti di fil di ferro di Seung Mo Park
Le enormi sculture / installazioni dell’artista coreano Seung Mo Park sono costruite attraverso una tecnica particolare .......... http://collaab.it/portfolio/seung-mo-park/
Festeggiamenti del 25esimo della Castelli Gallery
New York, 1982
Festeggiamenti del 25esimo anniversario della Castelli Gallery al ristorante Odeon.
In piedi, da sinistra a destra:
Ellsworth Kelly, Dan Flavin, Joseph Kosuth, Richard Serra, Lawrence Weiner, Nassos Daphnis, Jasper Johns, Claes Oldenberg, Salvatore Scarpitta, Richard Artschwager, Mia Westerlund Roosen, Cletus Johnson, Keith Sonnier.
Seduti, da sinistra a destra:
Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Leo Castelli, Ed Ruscha, James Rosenquist, Robert Barry
(Foto di Hans Namuth)
Festeggiamenti del 25esimo anniversario della Castelli Gallery al ristorante Odeon.
In piedi, da sinistra a destra:
Ellsworth Kelly, Dan Flavin, Joseph Kosuth, Richard Serra, Lawrence Weiner, Nassos Daphnis, Jasper Johns, Claes Oldenberg, Salvatore Scarpitta, Richard Artschwager, Mia Westerlund Roosen, Cletus Johnson, Keith Sonnier.
Seduti, da sinistra a destra:
Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Leo Castelli, Ed Ruscha, James Rosenquist, Robert Barry
(Foto di Hans Namuth)
Avanguardia Russa a Torino
A Torino fino al 15 febbraio 2015
Direttamente dalla collezione Costakis 300 opere dei rivoluzionari dell'arte novecentesca
Sono giorni di grandi inaugurazioni a Torino. A una settimana esatta dall’anteprima della mostra diRoy Lichtenstein alla Gam, oggi è toccato alla nuova sede espositiva di Palazzo Chiablese, parte del Polo Reale di recentissima istituzione, presentare la sua nuova importante rassegna espositiva, la terza, che segue, in ordine di tempo, la mostra sulla pittura italiana contemporanea, intitolata Doppio Sogno, e quella sulle opere dei Preraffaelliti provenienti dalla collezione della Tate Britain. Il nuovo episodio, dedicato alle Avanguardie Russe del primo Novecento, è di sicuro interesse, ma la sua natura più oscura e specialistica, potrebbe precludergli lo stesso enorme successo tributato a Dante Gabriel Rossetti e compagni. Si tratta, in questo caso, di una collezione di circa trecento opere, tutte provenienti dalla medesima collezione, oggi custodita al Museo di Salonicco, in Grecia, ma creata negli anni da un lungimirante e geniale ex-autista dell’ambasciata Greca, reinventatosi collezionista: George Costakis. «Per farla breve – scrive nella sua biografia del 1993 – decisi di diventare un collezionista di arte d’avanguardia. Molti tra i miei amici e parenti scossero la testa. Pensavano che stessi commettendo un grosso errore lasciando da parte le mie altre collezioni per iniziare a comprare opere che erano considerate da tutti “nonsense”. Tra la cerchia dei collezionisti di Mosca avevo un soprannome non molto lusinghiero: “il greco pazzo” che raccoglie spazzatura inutile».
Grazie a quel greco pazzo, e alla prima grande mostra internazionale della sua collezione, tenutasi al Guggenheim di New York nel 1981, i nomi degli artisti delle tante avanguardie che, nel primo trentennio del Novecento, si contrapposero al realismo socialista dettato dal regime sovietico – da Kasimir Malevič, a Solomon Niktirin e Ivan Kljun, fino Aleksandr Rodčenko– divennero noti a livello mondiale, e, i tanti movimenti a cui facevano capo – Cubo-futurismo, Suprematismo, Costruttivismo, Cosmismo e Proiezionismo – meritarono finalmente di venir nominati al fianco dei gruppi d’avanguardia europei dello stesso periodo storico. La mostra, intitolata Avanguardia Russa dalla collezione Costakis, a sottolineare l’importanza fondamentale della figura del collezionista greco-russo, con circa trecento opere esposte – tra cui dipinti, guaches e acquerelli, lavori d’arte applicata, come il pregevolissimo servizio da caffè firmato Kandinsky, documenti e un nucleo di un centinaio di disegni sull’architettura costruttivista – si propone come una vera e propria esposizione enciclopedica che, ai movimenti avanguardistici più noti, come il già citato Costruttivismo e il Suprematismo di Malevič, associa gruppi artistici meno conosciuti, ma comunque affascinanti, come La scuola di cultura organica di Michail Matjušin, o l’Elettro-organismo, in un susseguirsi di sorprese, come aveva predetto lo stesso Costakis in un’intervista del 1983: «Se un giorno questo fenomeno diverrà noto – sentenziò in riferimento alle sue care avanguardie – per il mondo sarà una sorpresa». Dal 3 ottobre al 15 febbraio, lo sarà senz’altro per la città di Torino.
Fino al 15 febbraio 2015, Palazzo Chiablese, Polo Reale Piazza San Giovanni, 2, Torino,
info: www.mostracostakis.it
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Location:
Torino, Italia
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